Se Il tuo sogno di diventare un cuoco, allora lo dovresti realizzare

Ok! lo so che sai che quando si dice che "qualcuno cucina per te ti comunica qualcosa". E' un concetto semplice. Talmente semplice, che ti sembra una cosa scontata! Ne sei sicuro!? Se credi che sia una banalità forse non dovresti leggere questo post... Se invece come me credi che sia tanto importante quanto difficile trasmettere un'emozione allora sei il benvenuto!
Ho deciso di raccontarti di come sono diventato cuoco senza avere una preparazione accademica e relativamente avanti con l'età. E come per me la cucina sia molto di più che un lavoro o un modo di sprigionare l' ego, ma un modo per esprimersi, una forma di comunicazione. Si perché ho la ferma convinzione che se metti passione in ciò che cucini (al di là delle competenze professionali) lasci un segno nella memoria del gusto sotto forma di emozione. E rimane li, in attesa che qualcuno attraverso lo stesso gusto o profumo la risvegli.
E allora quella emozione che arriva inaspettata è implacabile! Nemmeno Chuck Norris riuscirebbe a trattenere le lacrime al ricordo dei biscotti alla cannella che sua nonna gli preparava da bambino.
Forse non ci crederai ma ho un piatto per quasi tutti i bei ricordi legati a delle persone a cui ho voluto e voglio bene.



"Si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti stai solo preparando da mangiare."(Egyzia, Twitter) 

Si comincia presto
Si! Già all'asilo dalle suore sembrerebbe, ricordo nettamente il budino al cioccolato che faceva suor Mariarosa condito dai pizzicotti alle guance. In quel periodo passavo molto tempo dai miei vicini mentre i miei erano a lavoro. Erano come la mia famiglia, mi volevano bene e tanto! Lina e il nonno Angelo con i loro figli Mauro e Fulvio, ci sedevamo su una tavola rotonda e mangiavamo tutti insieme! A quei momenti mi lega il sugo con i pomodori dell'orto, il coniglio al latte la mia prima salsiccia cruda (incredibile come all'epoca si mangiasse sano e di tutto) e l'uovo sbattuto. Ovvero tuorlo d'uovo crudo delle loro galline e zucchero, stop!
Poi crescendo alle elementari il ripieno della gallina che mai nonna Alba preparava. A lei devo tanto oltre che a livello affettivo, mi ha fatto provare un sacco di cose come il sapore dell'impasto della ciambella crudo con vaniglia zucchero e scorza di limone, che è come tatuato sulla lingua. E il mio primo bicchiere di vino con acqua e le mele cotte. Ho imparato molto da lei e mi manca molto! Sugo al pomodoro di mio papà, l'amatriciana di mio nonno Max, il risotto di pesce mia nonna Nedda e la crostata fatta in casa con la marmellata di pesche di mia madre. Ho voluto rifarla ed ho pianto tanto da non riuscire quasi a finire una fetta.

E’ una storia d’amore la cucina. Bisogna innamorarsi dei prodotti e poi delle persone che li cucinano.
(Alain Ducasse)




LA vita e le sue strade.

Ho avuto la fortuna di crescere in un contesto sano, una famiglia che mia amava tutte le attenzioni per me in un contesto di benessere non mi è mai mancato nulla. Il classico ragazzino viziato scolasticamente inadatto che passava le sue giornate tra tv e videogiochi che aveva il sogno di fare il cuoco come suo nonno. I miei genitori non erano tanto per la quale sul farmi fare l'alberghiera. Venendo da due famiglie di ristoratori optarono per farmi studiare le lingue in modo da rendermi indipendente in un mondo globale qualsiasi si stato il mio destino. Poi a 13 anni ho perso mia madre e da li tutto quello che potesse avere un minimo di senso non lo ha più avuto! Se non passare la vacanze al lido di Venezia con gli amici e divertirmi il più possibile e facendo finta che ciò che era successo non influisse minimamente. Diplomato letteralmente a calci in culo, e dopo un anno di università praticamente buttato, ho deciso di andare a lavorare e come tutti quelli che non anno una qualifica sono andato a fare il venditore. Prima di automobili, poi di telefoni, poi di pubblicità e anche di viaggi. Una vita normale come tante che scorre nel susseguirsi dei mesi e degli anni. Poi un altro evento ha sconvolto la mia vita! La morte di Daniele uno degli amici più cari, un ragazzo pieno di vita e di passioni ! Fisioterapista e grande sportivo! Uno che la vita se la divorava letteralmente, ed è morto facendo quello che amava di più, la canoa. La notizia della sua morte mia ferito talmente da non volere credere al fatto che fosse annegato ,,ma che sarebbe saltato fuori dopo qualche settimana come nel suo stile... invece no dopo circa 2 mesi è arrivata la conferma del ritrovamento del suo corpo. Ti è mai capitato di avere al  sensazione di aver buttato via la tua vita?! Beh la morte di Daniele è stata una sveglia mi ha fatto capire che stavo vivendo la vita del caso e non la vita che volevo io. Da lì ho scelto di dare una lettura positiva ad un avvenimento così tragico e il seguire i miei sogni. Sarebbe stato il modo di dare un senso e non rendere vana scomparsa di un grande amico! 




Se si pensa bene, si cucina bene
(Ferran Adrià)

La strada comincia sempre in salita 

Da dove cominciare?! Facevo l'agente di viaggi nel 2008 dove dopo il crollo delle borse, e la crisi delle agenzie che non riuscivano a trovare uno spiraglio all'interno del gigante del web. Il fine settimana ho cominciato a fare la cosa più semplice ,il "runner", in uno dei locali più alla moda di Brescia! Ero amico del titolare e avevamo già collaborato insieme con l'associazione di organizzazione eventi che avevo con 3 amici. C'era fiducia reciproca. All'epoca non credevo di poter diventare cuoco, sembrava la cosa più distante che potesse accadere. Mi ero diplomato assaggiatore di vini ONAV e cominciare ad entrare in quel mondo mi sembrava già una gran cosa! Dopo quasi solo un mese venni promosso a caposala. Li misi insieme tutte le competenze maturate: l'educazione che mi ha dato la mia famiglia, l'arte della vendita e le conoscenze maturate nel mondo del vino. Prova ad immaginare un cameriere che ti accoglie con un sorriso e un benvenuto, che ti coccola e che al primo sguardo sa i tuoi gusti e che ti fa scoprire cose che non sapevi ti piacessero. Ecco quello ero io ! Ma non mi bastava. Fortuna volle che trovai un posto come rappresentante di vini per alcune delle aziende più importanti d'Italia e importatore di alcuni dei migliori vini Francesi. Un'esperienza che dal punto di vista formativo, mi ha portato ad avere un enorme bagaglio di conoscenze, nel mondo del vino, ma mi costringeva  a causa deli pochi guadagni, a lavorare 8 giorni su 7. Dal lunedì al venerdì giravo per Brescia e provincia per vendere vino e dal venerdì alla domenica sera lavoravo al locale... Se questa non è forza di volontà allora non so cosa sia ma come spesso succede agli inizi,! i risultati tra successo lavorativo e guadagni non viaggiano alla stessa velocità.




Non si entra in cucina per diventare ricchi.
(Gordon Ramsay)

Chi l'ha dura la vince 

Ad un certo punto il mio amico del ristorante mi dice "Ho comprato un furgoncino da street food! ti va?!" E boom! Ad un certo punto mi son trovato a lavorare su un furgoncino Hy Citroen che faceva hamburger in giro per l'Italia. Erano gli inizi del movimento Street di qualità  E ci mi piaceva talmente tanto che mollai la rappresentanza di vini per fare solo quello. Andavamo alla grande , sembravamo gli dei dell'hamburger in giro per l'Italia per conquistare ogni città. Una media di circa 800 panini al giorno! I colleghi chi chiamavano "le macchine da guerra". Era un lavoro durissimo con turni serrati e poche ore di sonno. Ma viaggiare e incontrare persone nuove e vedere i sorrisi della gente, mi faceva stare bene. E ci si divertiva un mondo era come andare in gita con i tuoi compagni di classe. Ma ben presto il sogno finì. Il mercato era saturo di eventi e dopo circa 2 anni lo street food non era più una novità cosi affascinante. Insomma la bolla dello street food era esplosa sotto i piedi e mi aveva lasciato col culo per terra. Dopo un anno di eventi fallimentari e paghe ridicole, rispetto alla mole di lavoro tutto il gruppo cominciò a sgretolarsi e la frustrazione si fece strada in me, tanto da farmi decidere di andarmene da Brescia... Anzi dall'Italia! Andai a New York per circa dieci giorni, alla ricerca di qualche opportunità. Che si manifestò anche ma i costi elevatissimi degli affitti e la paura mi fecero desistere e ritornai a casa con le pive ne sacco. Questa cosa mi aveva veramente abbattuto tanto da pensare di cercare un lavoro qualsiasi pur di andarmene ovunque.

Siamo forti con l'aiuto degli altri!


Presa la batosta, decisi di andare a trovare un amico a Venezia, città che amo, che mi disse letteralmente :" Che cazzo vai a fare a NY?! vieni a vivere qui!!" Con l'accordo che se avessi trovato lavoro lui mi avrebbe ospitato finché non avessi trovato una sistemazione.

Continua...

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La mia foto
Federico Ferrara
Mi chiamo Federico Ferrara, sono nato a Brescia il 29 aprile 1982, e ora vivo nella splendida città di Venezia. La mia vita ruota intorno alla mia passione per la cucina. Da cuoco, ho l'opportunità di esprimere la mia creatività ogni giorno, e come assaggiatore certificato dall'ONAV, posso anche esplorare il mondo meraviglioso del vino Oltre alla mia carriera in cucina, sono una persona con molti interessi. Amo la lettura, un hobby che mi permette di viaggiare con la mente e imparare continuamente cose nuove. La bicicletta è un'altra delle mie passioni; mi piace pedalare e sentire la libertà che mi offre. Sono anche un grande amante della musica in tutte le sue forme. Che si tratti di jazz, rock, classica, o qualsiasi altro genere, la musica è una parte essenziale della mia vita e mi offre conforto, ispirazione e gioia. Sono una persona diretta nei modi, e credo che l'onestà sia fondamentale in ogni aspetto della vita. Tuttavia, sono anche molto sensibile ed empatico, il che mi aiuta a connettermi con gli altri a un livello più profondo.